Vergognose dichiarazioni di Boccali, nessuno spazio a fascisti e razzisti!

Non siamo soliti commentare le esternazioni del consigliere Boccali, di cui sono note le inclinazioni politiche che non potrebbero essere più lontane dalle nostre. Non lo facciamo perché si tratterebbe di un esercizio ripetitivo e sterile, tuttavia ci sono occasioni in cui non è possibile fare finta di niente e passare oltre.
Ieri infatti è apparsa sulla bacheca del consigliere questo post che non esitiamo a definire infame.

La quantità di mostruosità contenute in queste poche righe è tale che rende difficile capire da cosa cominciare, andremo quindi con ordine.
Le prime due righe sono le uniche che contengono un dato di realtà, l’ennesimo rogo all’interno del campo della Barbuta. Un problema molto grave che coinvolge soggetti criminali a diverso livello e di cui i Rom del campo sono solo un anello della catena. Il consigliere Boccali potrebbe saperlo se ad esempio avesse letto il libro “A Ferro e Fuoco”, o perlomeno avesse fatto la fatica di ascoltarne la presentazione, visto che c’è stato chi, l’associazione Officine Civiche, si è premurato di portare le autrici a Ciampino.

Ma l’ignoranza, si sa, è forza; soprattutto se permette di raccogliere like facili su facebook in periodo elettorale.

Le righe successive sono invece frutto di deliberata menzogna e falsità: come possono essere i cittadini di Roma Sud e dei Castelli Romani ostaggi di questi “selvaggi, primitivi, balordi” se sono proprio le istituzioni a permettere l’esistenza di una prigione a cielo aperto come La Barbuta?
Come si può asserire che “la politica buonista dell’integrazione ha fallito” se non c’è mai stata una politica dell’integrazione ma il suo esatto contrario, cioè una politica della segregazione che ha praticato l’allontanamento sistematico dei Rom dai tessuti urbani dove erano integrati e li ha rinchiusi in ghetti dove sono facilmente vittime della criminalità organizzata?

In chiusura del comunicato Boccali dà fondo alla sua infamia invocando l’utilizzo di una delle armi più terribili della storia, il napalm, come “soluzione finale” per il campo Rom. Il napalm, ricordiamo al novello colonnello Kurtz, non solo porta le persone ad una morte orribile ma avvelena la terra per decine di anni, facendo più danni di tutti i roghi tossici che Boccali può immaginare.

Vale la pena di far notare anche la scarsa coerenza del personaggio, che pochi giorni marchiava tutti i Rom (e non ROM che sono le memorie dei computer) come “bestie” per la tragedia del rogo delle tre bambine a Centocelle; salvo invocare oggi la stessa sorte per decine e decine di bambini e bambine, purché il fuoco sia appiccato dai bravi cittadini italiani.

Chi scrive è da sempre favorevole alla chiusura dei campi nomadi, perché li giudichiamo incompatibili con la vita dignitosa a cui ogni essere umano avrebbe diritto. La battaglia per la salute e per l’ambiente, contro i roghi tossici si fa praticando l’integrazione dei nomadi all’interno delle zone urbane, sottraendoli così al giogo delle tante mafie che tengono in ostaggio Roma e i Castelli Romani.

Con Boccali condividiamo solo un principio, quello di non voler essere a tutti i costi politicamente corretti e di voler chiamare le cose col loro nome.
Per questo chiamiamo il consigliere Ivan Boccali fascista e razzista, un tipo umano di cui non si sente affatto il bisogno, contrariamente alle comunità Rom, Sinti e Camminanti che hanno sempre fatto parte della storia e della memoria di questo Paese.

Città in Comune, Officine Civiche e Rifondazione Comunista

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